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domenica 11 maggio 2014

Estremamente prolifica


MARION ZIMMER BRADLEY

(1930-1999)


Autrice fantasy estremamente prolifica, che parla di magia, avventura e sentimenti, facendoci sognare in modo realistico, con il cuore in cielo e i piedi per terra, anche quando sulla Terra non ci siamo. Sa essere suggestiva, appassionata, ed è estremamente attenta all'universo femminile. Non melensa però, né scontata: i suoi personaggi sono forti, intensi, la loro psiche è indagata a fondo, ma con grazia, acume e sensibilità, senza scadere nel polpettone romantico fine a se stesso.

Ci permette di conoscere non solo mondi fantastici ed episodi eclatanti, ma anche la quotidianità, il contesto e il sistema di pensiero di questi, facendoceli apparire plausibili, se non quasi reali, dedicando una particolare attenzione ai “passaggi di testimone” tra religioni, poteri, forze, credenze...

Ogni tanto, e in via quasi sussidiaria, corteggia gotico e fantascienza, ma soprattutto il genere storico, riuscendo ad essere originale anche quando reinterpreta miti già consumati, personalizzando protagonisti ed eventi secondo il suo gusto e le sue esigenze, di norma “femminilizzandoli”, ad esempio nel caso del mito di Artù o della guerra di Troia (“La torcia” e “Le nebbie di Avalon” sono tra i suoi romanzi più riusciti), in cui elementi storici e fantastici, appunto, si amalgamano in modo perfetto creando collegamenti inediti e facendoci scoprire prospettive insolite.

Ma è brava anche ad inventare ex novo, ad esempio nel ciclo di Darkover (che tuttavia non ho mai letto per intero), il quale comprende svariati romanzi e racconti, estremamente evocativi, spesso indipendenti, ambientati in un pianeta immaginario con la sua cultura e le sue problematiche, tra caste, poteri soprannaturali e gemme magiche.

In realtà ci sono diversi sotto cicli che appartengono a questo universo, spesso collocabili in epoche differenti, ben caratterizzate e collocate nel tempo e molto affascinanti anche dal punto di vista “storico-religioso-antropologico”, se si scorda che è tutto frutto di invenzione.

Meno interessante, invece, per quanto mi riguarda, se non addirittura monotono e ripetitivo, il ciclo che ha come protagonista Verity Jourdemaine, la detective del paranormale, con 'sta benedetta, esasperante luce che compare in ogni titolo (“Magia di luce”, “Cuore di luce”...) in quanto, a causa di un'ambientazione realistica e contemporanea, si rinuncia a quella atmosfera fatata, immaginifica, ma puntigliosa, che permea larga parte dell'opera di quest'autrice.

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