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domenica 12 ottobre 2014

Romanzo agrodolce


IL LATO POSITIVO
(o L'ORLO ARGENTEO DELLE NUVOLE)

di Matthew Quick
 
 
Il film mi aveva entusiasmata (recensito in data 2/4/14, post cui mi richiamo per la trama), ecco perché non ho potuto evitare di acquistare il romanzo...

Ebbene, sono diversi.

Non tantissimo, quel tanto che basta per apprezzare entrambe le opere, vivendole da capo, anche se già si conoscono, come un'esperienza nuova.

Certo, avrei preferito più Tiffany e meno Football (nel libro i riferimenti sportivi sono un po' stancanti, per una refrattaria al tifo da stadio come me): l'elemento in questione non è fine a se stesso, e spesso funge da motore, da metafora, ma trovo alcune descrizioni, seppur non lunghissime, poco incentivanti...

Nel complesso, definirei il romanzo agrodolce (il film è meno agro e più incline al sorriso e alla sdrammatizzazione). Qui il protagonista, Pat (che inspiegabilmente ha un altro cognome) fa davvero tenerezza. Tiffany, invece, pur piacendomi molto, è forse meno riuscita che nel film, meno frizzante, meno particolare e contraddittoria. La scena del ballo si consuma in un attimo e ha una valenza leggermente diversa, mentre Cliff, lo psicoterapeuta, è adorabile... E poi c'è la sequenza delle lettere (che nel film è semplificata e ridotta ad un numero esiguo): struggente e lacerante...

In più, rispetto alla pellicola, c'è l'analisi letteraria (spassosa, illuminata e originale) di tanti classici, quali “Addio alle Armi” di Hemingway, “Il Giovane Holden”, “Huckleberry Finn”, e “la campana di vetro” di Sylvia Plath... Spontanee, innocenti e sagaci, come quelle di un bambino... Perché ovviamente la prospettiva è quella di Pat... E per molti versi è questo che ci sembra Pat: un bambino. Come immagine gli corrisponde di più di quella del violento ex con problemi mentali.

Per il resto, le differenze tra romanzo e film che all'inizio sembrano maggiormente trascurabili, sono sempre più profonde: il romanzo è meno divertente, più complesso, più amaro, ma anche più dolce. Nel film i bisogni immediati dello spettatore vengono soddisfatti subito, in modo più immediato e pronto, vengono calcati i punti con maggiore effetto, e dato più spazio alla commedia e meno al realismo.

Come rilevato all'inizio, quindi, alla fin fine risultano due esperienze parallele, ma non coincidenti, e vale la pena di farle entrambe.

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