IL
LATO POSITIVO
(o L'ORLO ARGENTEO DELLE NUVOLE)
di
Matthew Quick
Il
film mi aveva entusiasmata (recensito in data 2/4/14, post cui mi
richiamo per la trama), ecco perché non ho potuto evitare di
acquistare il romanzo...
Ebbene,
sono diversi.
Non
tantissimo, quel tanto che basta per apprezzare entrambe le opere,
vivendole da capo, anche se già si conoscono, come un'esperienza
nuova.
Certo,
avrei preferito più Tiffany e meno Football (nel libro i riferimenti
sportivi sono un po' stancanti, per una refrattaria al tifo da stadio
come me): l'elemento in questione non è fine a se stesso, e spesso
funge da motore, da metafora, ma trovo alcune descrizioni, seppur non
lunghissime, poco incentivanti...
Nel
complesso, definirei il romanzo agrodolce (il film è meno agro e più
incline al sorriso e alla sdrammatizzazione). Qui il protagonista,
Pat (che inspiegabilmente ha un altro cognome) fa davvero tenerezza.
Tiffany, invece, pur piacendomi molto, è forse meno riuscita che nel
film, meno frizzante, meno particolare e contraddittoria. La scena
del ballo si consuma in un attimo e ha una valenza leggermente
diversa, mentre Cliff, lo psicoterapeuta, è adorabile... E poi c'è
la sequenza delle lettere (che nel film è semplificata e ridotta ad
un numero esiguo): struggente e lacerante...
In
più, rispetto alla pellicola, c'è l'analisi letteraria (spassosa,
illuminata e originale) di tanti classici, quali “Addio alle Armi”
di Hemingway, “Il Giovane Holden”, “Huckleberry Finn”, e “la
campana di vetro” di Sylvia Plath... Spontanee, innocenti e sagaci,
come quelle di un bambino... Perché ovviamente la prospettiva è
quella di Pat... E per molti versi è questo che ci sembra Pat: un
bambino. Come immagine gli corrisponde di più di quella del violento
ex con problemi mentali.
Per
il resto, le differenze tra romanzo e film che all'inizio sembrano
maggiormente trascurabili, sono sempre più profonde: il romanzo è
meno divertente, più complesso, più amaro, ma anche più dolce. Nel
film i bisogni immediati dello spettatore vengono soddisfatti subito,
in modo più immediato e pronto, vengono calcati i punti con maggiore
effetto, e dato più spazio alla commedia e meno al realismo.
Come
rilevato all'inizio, quindi, alla fin fine risultano due esperienze
parallele, ma non coincidenti, e vale la pena di farle entrambe.
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