LE
VIE OBLIQUE
(dedicato
a chi oggi compie gli anni...;)
Bu!
Si tratta di un raccontino non malato (nel senso che è un inedito)
con cui quest'estate ho partecipato ad un contest letterario. Non mi
sono piazzata troppo bene nella classifica (ma è anche vero che l'ho
scritto in mezz'ora e che odio che la mia immaginazione venga
compressa nelle “specifiche”, ossia nei limiti imposti dal
regolamento, ossia: non più di 666 parole e tema storico medievale
reinterpretato in chiave fantastica, con tutto che poi si è deciso
che l'elemento fantastico può essere trascurato), però pare che mi
abbiano selezionata per la pubblicazione (non so quando e non so
dove)... Eccolo qui, lievemente modificato:
(Giorgio Mainella, Pausa Scherzosa)
Due
voci bisbigliano nella torre più alta: una tremante ed arrochita dal
tempo, l'altra melodiosa e soave, che risuona armoniosa e infonde la
pace:
«E
dunque, Pietro, abdicherai?»
«Sì,
mio Signore»,
biascica il vecchio, genuflesso e grato. «Seguirò
il tuo consiglio».
«Domani
stesso?»
«Ma
certo, mio Signore. Come Tu vuoi»,
promette l'anziano con le mani giunte, mentre il suo sguardo vacilla,
carico di speranza e d'amore.
«Non
io»,
replica la voce bellissima. «Non
io lo voglio, lo sai».
«Lo
so»,
annuisce il pover'uomo, commosso, col capo sempre più chino.
Un
angelo è venuto ad indicargli il volere di Dio, nonostante i suoi
molti peccati d'ingenuità, nonostante egli ignori il latino.
Nonostante l'incapacità di onorare l'Altissimo nei termini il cui il
suo ruolo richiede. Ed anzi, proprio per questo: Dio vuole che lui
rinunci al papato. E Pietro Angelerio, detto Pietro il Morrone, lo
farà; il 192mo Pontefice della Chiesa Cattolica, dopo appena quattro
mesi dall'incoronazione. Da giorni il dubbio lo lacerava.
E
tutto sarebbe perfetto, e buono e giusto, se non fosse per quel
sorriso che striscia nella tenebra, dietro la porta: il Cardinale
Pietro Catteani. Ci
sono molti modi per ottenere ciò che si brama,
ama ricordare, e
di norma le vie oblique sono le migliori.
Il
Cardinale si riscuote e si avvia per le scale, sollevando la veste,
ancor sogghignando, ma percorrendo gli scalini due a due. Brama il
potere, ma soprattutto la gloria, il suo nome tramandato nei secoli.
Si affretta per raggiungere il luogo concordato e si chiude dentro, a
doppia mandata.
L'Angelo
si manifesta.
È
fulgido e lucente, con un'espressione mesta sul volto. «Ho
tenuto fede ai patti»,
intona sconsolato, «e
ho influenzato il Libero Arbitrio. L'Altissimo non mi perdonerà e
nemmeno la Stella del Mattino. Avrai il papato, avrai la celebrità,
ora mantieni la tua parola.»
Il
Cardinale recita la formula, compie i gesti, cancella il pentacolo.
Ma si arresta un attimo prima di completare il rito. Avrà il potere,
avrà la fama, otterrà ciò che vuole. Ma ancora un desiderio lo
tormenta: «Mostrami
il tuo vero aspetto»,
comanda.
«È
questo il mio vero aspetto»,
ribatte l'Angelo, e per un attimo il suo volto purissimo appare
corrucciato.
«No,
non lo è»,
gongola
il Cardinale. «Non
più. E da parecchio.»
«Questo
non
era nei patti»,
ringhia l'Angelo. Non sembra più tanto soave.
Ma
il Cardinale non lo ha ancora liberato e il suo destino è nelle mani
di un mortale: non ha scelta, deve piegarsi al volere dell'uomo. E
l'Angelo si rivela, finalmente, per come è: uno dei Ribelli, uno dei
Caduti. Un Diavolo.
E
l'oscurità riempie la stanza e la furia traspare dai suoi occhi, le
zanne si snudano e le ali si spiegano e sono nere. «Soddisfatto,
prete?»,
soffia, umiliato.
«Sì»,
riconosce il Cardinale, roso dall'ambizione e dall'ebbrezza del
potere. E mantiene la parola: lo libera, svincolandolo dai legami che
gli ha inflitto. Non teme la sua vendetta, ha già assunto le debite
precauzioni: il demonio non potrà attaccarlo, né attentare in alcun
modo alla sua incolumità. Catteani è al sicuro, e resterà tale.
Ma
è
il turno del Diavolo, ora, di sorridere: «Sai
già come ti chiamerai, quando ti eleggeranno Papa?»
chiede.
Il
Cardinale è scaltro, sa che sarebbe prudente tacere. Tuttavia non lo
fa, tanto l'altro è in suo potere, e impettito di orgoglio rivela il
nome che ha scelto: «Bonifacio
VIII»,
dice.
Il
Diavolo lo ripete, come a volerlo soppesare, come a saggiarne gli
echi. È
di nuovo composto, adesso, padrone di sé, e ha una scintilla che
danza nello sguardo. «Bene»,
esclama con sussiego. «Ho
un amico cui parlerò di te, un poeta. Si chiama Dante... e il tuo
nome resterà nei secoli».
Catteani
non capisce: che importa a lui della poesia? Ma non fa in tempo a
ribattere. Il Diavolo è già sparito.
Ci
sono molti modi per ottenere ciò che si brama e di norma le vie
oblique sono le migliori.
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