DIALOGHI
CON LEUCO'
di Cesare Pavese
Di
Pavese, a parte le poesie, avevo letto “La casa in collina” e lo
stupendo “La luna e i falò”, entrambi romanzi realistici (anzi
neorealisti) che affrontavano temi come la guerra e la politica...
Dunque
non mi aspettavo proprio un'opera così immaginifica come “Dialoghi
con Leucò” (alias Leucotea, una dea tebana, alias Bianca, la donna
amata dall'autore all'epoca), così intrisa di grazia e di
sentimenti, di sogni e desideri, ed al contempo così alta, così
sublime, così universale, in cui Pavese ci regala quasi una trentina
di brevi racconti in forma dialogica, altamente poetici,
incredibilmente suggestivi, spesso struggenti, i cui interlocutori
sono sempre personaggi della mitologia greca, dall'accento umano,
spesso dolente, ma che racchiudono, in qualche modo, persino echi
psicanalitici...
Costoro,
oltretutto, siano dei od eroi, affrontano i temi più vari tra quelli
atti a definire l'individuo (dalla morte, all'amore, al destino...)
in modo profondo ed illuminante, riuscendo ad eternizzarli, a
renderli archetipo.
Un
capolavoro.
E
un'idea geniale ed originalissima, suggestiva e ricca di tensioni,
che ti avvincono, ti fanno sentire vivo, e ti inducono a riflettere e
ponderare, mettendo in dubbio tutto, per poi riscoprirlo in un'ottica
diversa.
Di
certo se si masticano un po' i miti greci il piacere raddoppia, ma
non è indispensabile, essendo questa, in primis, un'opera
letteraria.
Tutt'al
più, non si resisterà alla curiosità di approfondire e di
procurarsi qualche manuale o dizionario...
Cesare Pavese, in una caricatura ad opera del nostro artista.
Ad
ogni modo, Pavese mi piace molto, come scrittore e come poeta, ma
credo che con quest'opera abbia raggiunto il vertice della sua
produzione letteraria, per tematiche ed intenti, ma altresì per resa
poetica, e per la capacità di stupire ed emozionare, ma anche per
quanto rimane al lettore dopo che ha voltato l'ultima pagina.
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