L'UOMO
CHE GUARDAVA PASSARE I TRENI
di Georges Simenon
Kees
Popinga è un tipo odioso, un ometto da nulla, irrilevante, e
adagiato alla sua vita alto-borghese per il semplice fatto che così
è abituato. Ma d'improvviso si ritrova, non per sua colpa, a veder
crollare ogni certezze e quindi (per usare parole sue) “a
liberarsi” dalle pastoie della sua esistenza.
La
moglie crede che sia impazzito, ma lui, tranquillo e beato, decide
solo di cambiar vita e fugge, stupendo tutti, a cominciare da se
stesso, per rivelarsi ancor più inutile e miserando di quanto già
non apparisse in realtà! E' per orgoglio malato, e quasi per caso,
che ammazza la povera Pamela, rea di averlo irriso e respinto, ma va
bene così, tanto di scrupoli Popinga non se ne fa. Né per la
famiglia, che abbandona sommersa dai debiti e senza spiegazioni, né
per altro. Il punto è che finalmente può salire su uno dei treni
della notte (più interessanti perché più viziosi) e andare
lontano, come ha sempre desiderato fare, ma non ha mai osato...
E,
dunque, Popinga, braccato come omicida, inizia la sua partita a
scacchi con la polizia di Parigi, e con se stesso, in cerca della
propria identità... Perché è questo uno dei punti cardine del
romanzo: il protagonista non sa chi è veramente, nel profondo, sa
solo che ha sempre indossato una maschera e non vuole più essere
come lo vedono gli altri, comunque lo vedano...
il papà del commissario Maigret, ritratto dal nostro artista
Personalmente,
se non si fosse ancora compreso, io lo considero un ometto da nulla,
ma il romanzo (appena 211 pagine) è davvero godibile... Intanto per
la scrittura di Simenon, che non avevo mai letto: sintetica, ma
dettagliata, con un frasario demodè, semplice, ma denso di
atmosfera, che con poche pennellate riesce a descrivere un ambiente
come lo stato d'animo del protagonista, indagato nelle più minute
sfumature o cambio di umore. Noi (io, almeno) odiamo Popinga e lo
troviamo di una (voluta) banalità e pochezza esasperanti: ma è
proprio per questo che Simenon è un maestro, riuscendo a renderne
l'ambiguità, la perversione sottile, la vuotezza interiore,
l'ossessivo bisogno di ritrovarsi...
La
trama non è originalissima, tuttavia risulta imprevedibile ai
massimi gradi, dipanandosi in modo insolito e (apparentemente) senza
schemi: da una pagina all'altra può davvero accadere di tutto, tanto
che non facciamo che chiederci non solo come andrà a finire il
romanzo, ma anche che succederà fra due righe...
Ma
quando ci arriveremo, alla fine, saremo soddisfatti, per il viaggio e
per la sua conclusione, intuendo persino un certo simbolismo nelle
scelte ultime dell'autore.
Un pò controcorrente ma a me è piaciuto! Non solo il libro dico, quello è molto carino, ma mi riferisco anche a Popinga! A me non è sembrato banale nè un tipo da nulla, ma solo una persona che ha avuto il coraggio di cambiar vita e che ha fatto anche del male sì ma perchè per primo nè ha subito ... e quindi ci sta un pò di vendetta. E poi se sei una "professionista dell'amore" e ti metti a deridere i tuoi clienti ... beh è facile che qualcuno già di per sè frustrato se la prenda a male e ti si rivolti contro. E comunque il primo delitto, che è poi quello che ha dato il via alla sua personale "tragedia" è stato quasi fortuito per cui io tendo a "perdonarlo" e anche a capirlo perchè una volta che imbocchi una strada sbagliata, seppur involontariamente, perchè una tipa sembra quasi che voglia morirti tra le mani, poi non è più possibile mettersi in carreggaita.
RispondiEliminaLa strada sbagliata l'ha imboccata prima, quando ha abbandonato la famiglia in rovina, senza spiegazioni! E comunque una risata di scherno non legittima non solo un omicidio, ma neppure un'aggressione! E nemmeno aver subito il male ti giustifica, senza contare che Popinga se l'è presa con altri (deboli, per giunta) e non con il suo capo. Altroché se è banale come tipo: la maggior parte della gente è così: incapace di cambiare, se non vilmente, per necessità, quando è troppo tardi. La vita di Popinga, come lui la conosceva, era già finita in ogni caso! Ad ogni modo, grazie del tuo commento, è sempre bello confrontare le opinioni e i punti di vista...
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