JORGE
LUIS BORGES
Caricatura del nostro artista
Io
amo perdutamente quest'uomo, che infatti è il mio scrittore
preferito, che ha influenzato tanti dei miei amori/maestri (Alan
Moore, Tiziano Sclavi, Italo Calvino, Grant Morrison...) e di cui ho
letto tutto ciò che mi è capitato in mano: dai “Nove saggi
danteschi” originalissimi, densi di sensibilità, e stupendamente
umani, al “Manuale di zoologia fantastica” breve ed essenziale,
ma ugualmente entusiasmante, per la delicatezza da fiaba e per il
fatto stesso che uno scrittore del calibro di Borges lo abbia scritto
(la teratologia è una delle mie passioni)...
Benché
come critico sia affascinante e acuto, i suoi grandi capolavori,
quelli che lo hanno reso immortale, sono i racconti, specie quelli di
tema fantastico, e le poesie, suggestive e impalpabili, in cui per un
istante ti sembra di afferrare il segreto dell'universo... Ma
soprattutto i racconti, come “La biblioteca di Babele”, “Il
giardino dei sentieri che si biforcano”, o “L'Aleph”, ricchi di
atmosfera, di immaginazione, di... metafisica! In cui l'impressione è
quella di accedere ad un'altra dimensione, che rivela i più riposti
segreti del cosmo, più che di leggere un brano irreale...
I
miei prediletti, tuttavia, non sono i più noti, quelli di “Finzioni”
o de “L'Aleph”, che pure ho adorato, ma quelli fulminei di
“Atlante”, che spesso si concludono in una pagina (e,
sinceramente, scrivere racconti così brevi significa essere davvero
bravi) che evidenziano non solo capacità stilistiche e tensioni
filosofiche, ma autentica, pura, genialità. Invero, il racconto che
prediligo in assoluto è “Un incubo”, che ti inquieta e ti
spiazza, lasciandoti qualcosa di angosciante che ti accompagnerà per
sempre.
Anche
i suoi temi ricorrenti, spesso sono i miei. Non condivido la sua
fascinazione per le tigri (che per carità, sono bellissime, ma a
livello simbolico non mi attraggono), ma di quasi tutto il resto sì:
i sogni, i libri, le biblioteche, il labirinto, gli specchi... Che
per lui sono simbolo e suggestione, appunto, e trascendono il loro
significato comune, includendo e svelando misteri.
La
verità è che leggere Borges, inesprimibile ed ineffabile, non è
come scoprire un qualunque Mastro da Nobel, ma è soprattutto
un'esperienza spirituale che ti porta a confrontarti con te stesso e
con il significato ultimo delle cose, in modo leggero, talvolta
garbatamente ironico, ma anche straordinariamente profondo e
magnificamente destabilizzante. E indimenticabile.
Immenso.
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