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mercoledì 15 ottobre 2014

Un'esperienza spirituale


JORGE LUIS BORGES
Caricatura del nostro artista

Io amo perdutamente quest'uomo, che infatti è il mio scrittore preferito, che ha influenzato tanti dei miei amori/maestri (Alan Moore, Tiziano Sclavi, Italo Calvino, Grant Morrison...) e di cui ho letto tutto ciò che mi è capitato in mano: dai “Nove saggi danteschi” originalissimi, densi di sensibilità, e stupendamente umani, al “Manuale di zoologia fantastica” breve ed essenziale, ma ugualmente entusiasmante, per la delicatezza da fiaba e per il fatto stesso che uno scrittore del calibro di Borges lo abbia scritto (la teratologia è una delle mie passioni)...
Benché come critico sia affascinante e acuto, i suoi grandi capolavori, quelli che lo hanno reso immortale, sono i racconti, specie quelli di tema fantastico, e le poesie, suggestive e impalpabili, in cui per un istante ti sembra di afferrare il segreto dell'universo... Ma soprattutto i racconti, come “La biblioteca di Babele”, “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, o “L'Aleph”, ricchi di atmosfera, di immaginazione, di... metafisica! In cui l'impressione è quella di accedere ad un'altra dimensione, che rivela i più riposti segreti del cosmo, più che di leggere un brano irreale...
I miei prediletti, tuttavia, non sono i più noti, quelli di “Finzioni” o de “L'Aleph”, che pure ho adorato, ma quelli fulminei di “Atlante”, che spesso si concludono in una pagina (e, sinceramente, scrivere racconti così brevi significa essere davvero bravi) che evidenziano non solo capacità stilistiche e tensioni filosofiche, ma autentica, pura, genialità. Invero, il racconto che prediligo in assoluto è “Un incubo”, che ti inquieta e ti spiazza, lasciandoti qualcosa di angosciante che ti accompagnerà per sempre.
Anche i suoi temi ricorrenti, spesso sono i miei. Non condivido la sua fascinazione per le tigri (che per carità, sono bellissime, ma a livello simbolico non mi attraggono), ma di quasi tutto il resto sì: i sogni, i libri, le biblioteche, il labirinto, gli specchi... Che per lui sono simbolo e suggestione, appunto, e trascendono il loro significato comune, includendo e svelando misteri.
La verità è che leggere Borges, inesprimibile ed ineffabile, non è come scoprire un qualunque Mastro da Nobel, ma è soprattutto un'esperienza spirituale che ti porta a confrontarti con te stesso e con il significato ultimo delle cose, in modo leggero, talvolta garbatamente ironico, ma anche straordinariamente profondo e magnificamente destabilizzante. E indimenticabile.
Immenso.

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