COSE
NOSTRE MALAVITA
di Tonino Benacquista
L'inizio
è lento, forse troppo incline alle descrizioni, o forse sono io che
ho impiegato un po' per calarmi in quest'atmosfera sorniona, per
sintonizzarmi con un romanzo che mi aspettavo diverso, più
ridanciano, più immediato. E che, invece, regala non crasse risate,
quanto piuttosto un divertimento sottile, ironico, a tratti
caricaturale, ma in generale saporitamente sofisticato, che si
costruisce brano a brano...
Ad
ogni modo, ci si accorge da subito che i personaggi non sono quelli
che sembrano: sono infatti ex mafiosi americani, nella misura in cui
si può essere ex, rifugiatisi in Francia per sfuggire alla vendetta
dei loro vecchi compari: padre pentito, madre vecchio stile, figlia
bellissima, figlio adolescente con la mentalità già del...
l'imprenditore. E poi il cane, Malavita. Adorabili, tutti da
scoprire, colmi di risorse e sorprese, e spassosissimi in un contesto
“ordinario”, come la scuola, i vicini, i problemi idraulici...
Almeno finché gli antichi colleghi non riescono a rintracciarli...
Romanzo
simpatico. Non eccezionale, ma originale e assai piacevole, con
svariate perle qua e là, momenti divertenti e un po' di simpatia.
Non importa se a tratti è poco verosimile, perché in fondo non si
discosta troppo dalla realtà, e perché il lettore ottiene suppergiù
quello che vuole e si diverte restando un po' sopra le righe.
Esagerando, ma con grazia.
Il
personaggio di Fred, pur essendo quello più lontano da me,
irrequieta testa di beep, è quello che preferisco, ma è per Warren,
il figlio minore, che nutro una sconfinata ammirazione! Invero, trovo
gustosi e tenerissimi pure i due G-men: Caputo e Di Cicco, per tacere
del fascino del loro capo, Tom Quintiliani, specie quando veniamo
messi a parte delle sue ambizioni da ragazzo. Ma anche le donne hanno
il loro perché...
Buon
ritmo, belle scene... e bel finale! Anche se avrei preferito non
fosse stato raccontato da Fred con la sua macchina da scrivere, ma da
Benacquista. Le sue digressioni (di Fred) sono gustose, a volte, ma
troppo fiorite, e avrei prediletto si desse più spazio all'azione
pura, in queste ultime rutilanti pagine, in cui, come lettore, vuoi
sapere, sapere, sapere...
Ho
visto pure il film di Besson, e direi che le due opere, seppur non
prive di differenze, sono equivalenti: i protagonisti splendidamente
caratterizzati dagli interpreti (Robert De Niro, Michelle Pfeiffer,
Tommy Lee Jones...), le atmosfere intatte...
E
che dire di quant'è assurda l'Europa (o il mondo, se per questo, o
come sono stravolti valori come l'amicizia o l'onore), e in
particolare la Francia, dal punto di vista di un mafioso americano?
Tanto che la piccola cittadina di Cholog-sur-Avre viene ribattezzata
da Fred So Long... Stilettatine in ogni direzione, agli americani e
ai francesi, educate e deliziose...
Esiste
un seguito, “Ancora malavita”... Prossimamente, sono sicura che
lo leggerò.
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