Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 1 ottobre 2014

Originale e assai piacevole


COSE NOSTRE MALAVITA
di Tonino Benacquista
 

L'inizio è lento, forse troppo incline alle descrizioni, o forse sono io che ho impiegato un po' per calarmi in quest'atmosfera sorniona, per sintonizzarmi con un romanzo che mi aspettavo diverso, più ridanciano, più immediato. E che, invece, regala non crasse risate, quanto piuttosto un divertimento sottile, ironico, a tratti caricaturale, ma in generale saporitamente sofisticato, che si costruisce brano a brano...

Ad ogni modo, ci si accorge da subito che i personaggi non sono quelli che sembrano: sono infatti ex mafiosi americani, nella misura in cui si può essere ex, rifugiatisi in Francia per sfuggire alla vendetta dei loro vecchi compari: padre pentito, madre vecchio stile, figlia bellissima, figlio adolescente con la mentalità già del... l'imprenditore. E poi il cane, Malavita. Adorabili, tutti da scoprire, colmi di risorse e sorprese, e spassosissimi in un contesto “ordinario”, come la scuola, i vicini, i problemi idraulici... Almeno finché gli antichi colleghi non riescono a rintracciarli...

Romanzo simpatico. Non eccezionale, ma originale e assai piacevole, con svariate perle qua e là, momenti divertenti e un po' di simpatia. Non importa se a tratti è poco verosimile, perché in fondo non si discosta troppo dalla realtà, e perché il lettore ottiene suppergiù quello che vuole e si diverte restando un po' sopra le righe. Esagerando, ma con grazia.

Il personaggio di Fred, pur essendo quello più lontano da me, irrequieta testa di beep, è quello che preferisco, ma è per Warren, il figlio minore, che nutro una sconfinata ammirazione! Invero, trovo gustosi e tenerissimi pure i due G-men: Caputo e Di Cicco, per tacere del fascino del loro capo, Tom Quintiliani, specie quando veniamo messi a parte delle sue ambizioni da ragazzo. Ma anche le donne hanno il loro perché...

Buon ritmo, belle scene... e bel finale! Anche se avrei preferito non fosse stato raccontato da Fred con la sua macchina da scrivere, ma da Benacquista. Le sue digressioni (di Fred) sono gustose, a volte, ma troppo fiorite, e avrei prediletto si desse più spazio all'azione pura, in queste ultime rutilanti pagine, in cui, come lettore, vuoi sapere, sapere, sapere...

Ho visto pure il film di Besson, e direi che le due opere, seppur non prive di differenze, sono equivalenti: i protagonisti splendidamente caratterizzati dagli interpreti (Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones...), le atmosfere intatte...

E che dire di quant'è assurda l'Europa (o il mondo, se per questo, o come sono stravolti valori come l'amicizia o l'onore), e in particolare la Francia, dal punto di vista di un mafioso americano? Tanto che la piccola cittadina di Cholog-sur-Avre viene ribattezzata da Fred So Long... Stilettatine in ogni direzione, agli americani e ai francesi, educate e deliziose...

Esiste un seguito, “Ancora malavita”... Prossimamente, sono sicura che lo leggerò.

Nessun commento:

Posta un commento