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martedì 21 ottobre 2014

Un capolavoro immortale


IL SIGNORE DEGLI ANELLI
di J. R. R. Tolkien
 
 
...che va letto dopo “Lo Hobbit”, e consta di tre romanzi (“La Compagnia dell'Anello”, “Le due torri” e “Il ritorno del Re”) e che può essere approfondito con “Il Silmarillion”... Ma non sono qui per fornire dati tecnici (reperibili ovunque), ma solo per esternare la mia umile opinione.

Ebbene, “Il Signore degli Anelli” è un capolavoro immortale, a partire dall'inquietante filastrocca d'apertura!

L'ho amato soprattutto per i personaggi (Aragorn, in particolare, ma anche Sam e Merry e Tom Bombadil, non importa se appare poco, per tacere di Gollum, splendidamente perfido e ambiguo: uno dei cattivi meno cattivi e più infidi di sempre), con cui ho sofferto e trepidato e che mi sono rimasti nel cuore... Per l'atmosfera (che è fantasy in senso classico, con elfi, nani e orchi, ma che spesso si tinge di nero e fa paura, o culmina in momenti di tetraggine che farebbero invidia a Poe), per l'immaginazione, per le situazioni epiche, e per la trama, ricca di incanto, di stupefazione e di pathos, di solidarietà e amore, nella sua accezione più vasta, ma anche di dolcezza, di compassione... E poi per il mondo della Terra di Mezzo, così abbondante di dettagli e di coerenza, così allettante e scrupolosamente approfondito a livello linguistico e geografico...

Non importa se la storia non è originalissima (Tolkien attinge a piene mani al ciclo dei Nibelunghi e all'”Edda” di Snorri), e se nel finale si perde un po', allungandosi troppo... Pur di restare ancora in compagnia degli hobbit (creature fantastiche innovative e di tutto rispetto) sono più che disposta ad accompagnarli fino a casa e dopo (mentre nella versione cinematografica – rea altresì di aver tagliato il personaggio di Tom Bombadil – ho trovato la sequenza de “i falsi finali”, pur fedele al libro, davvero estenuante).

Inoltre, ho apprezzato le tematiche trattate: la lotta tra Bene e Male, ma anche il tema della seduzione del male, che assaporiamo attraverso il tradimento, ma anche la corruzione (lo stesso Unico Anello, del resto, ne è un esempio...), lungi dal manicheismo, e poi l'amicizia e l'eroismo, inteso non sempre in senso classico.
 
Tolkien, in una caricatura del nostro autore
 
E se “Lo Hobbit” è di fatto un romanzo per l'infanzia, più semplice, meno truce e in certi passaggi un poco ripetitivo, “Il Signore degli Anelli”, benché si edifichi su tematiche fantastiche e fondamentalmente asessuate e ne costituisca il seguito, a mio avviso è troppo impegnativo come lettura per bambini. Non tanto per la corposità dell'opera, quanto per la meticolosità dello stile, per le descrizioni particolareggiate, forse, per il terrore che provoca in certi punti...

Io avevo provato ad affrontarlo alle elementari, e mi ero scoraggiata in fretta, mentre al Liceo, beh... l'ho divorato!

Uno di quei libri che sono per sempre, e che non si possono non amare!

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