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venerdì 10 gennaio 2014

Essere ibridi è un problema...


SWEETH TOOTH
di Jeff Lemire

 
Gus è un ragazzino di nove anni, orfano di madre, che abita nel bosco con l'unico genitore che gli è rimasto. Ha un paio di corna di cervo sulla testa, corna vere, che sono parte di lui. Gus è un ibrido, come quasi tutti i bambini che nascono di questi tempi, mezzo umano, mezzo animale... Non c'è stata l'Apocalisse, ma l'Afflizione, un'inspiegabile pandemia, e un sacco di gente è morta, le istituzioni sono crollate... Nel mondo vige la legge del più forte e ora i bimbi nascono così...

Ma essere ibridi è un problema, ed è pericoloso, un sacco di gente ti vuole uccidere, o sfruttare o fare esperimenti su di te, per questo il papà costringe Gus a condurre un'esistenza da recluso, nei boschi, senza aver mai incontrato altre persone... Si sta bene, qui, ma ci si sente così soli... Quando anche il suo papà muore, Gus si allontana dalla sicurezza e finirà nei guai, preda di spietati cacciatori... Per fortuna verrà tratto in salvo da Japperd, un tipo tosto, che sa il fatto suo, e che gli promette di portarlo alle Riserve, dove troverà altri ragazzini come lui. Ma dice la verità? Sembra in gamba, ma in fondo non è che lo conosciamo poi tanto bene...

Per ora sono stati pubblicati solo tre volumi, ma la storia si annuncia come un raro capolavoro! La trama è meravigliosa, crudele e lirica allo stesso tempo, irta di misteri che si moltiplicano man mano vengono risolti tenendo l'attenzione sempre più viva, i personaggi sono stupendi, soprattutto Gus e Japperd, fragili e forti, pieni di dignità, il cui rapporto è ben approfondito e dai risvolti cangianti, in continuo movimento.

Nulla è ovvio, nulla è scontato, la trama cambia spesso direzione, ma lo fa senza sbalzi improvvisi, in modo assolutamente naturale. Azione e introspezione si alternano, e così gli stati d'animo del lettore.

Un'opera nuova, insolita (al di là dei richiami esteriori a “L'isola del Dottor Moreau”), vivace, guizzante, ricca di stratificazioni, nonostante la sua linearità. Non tutti gli ibridi sono intelligenti e carini come Gus, alcuni sono pericolosi cannibali, altri sono terribilmente dolci, ma non sanno nemmeno parlare... Ci sono colpi di scena sconcertanti e momenti commoventi, e tante di quelle cose che l'autore deve ancora rivelarci!

Persino i disegni, dello stesso Lemire, sono perfetti! Possono non appassionare da subito apparendo rozzi, spogli, ma sono invece gli unici possibili perché, oltre ad essere comunque espressivi, recano in sé qualcosa di tragico e poetico insieme, capace di cogliere con efficacia l'atmosfera mesta, ma tenera, e a tratti spaventosa, misera e destabilizzante, che permea la sceneggiatura, divenendo così un tutt'uno con essa.

Senza esagerare, uno dei fumetti più belli che sto leggendo ultimamente!

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