KEN
PARKER
di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo
Un
magnifico fumetto Western, umano, intelligente, atipico, che segue la
sua strada senza fossilizzarsi nei canoni del genere e in cui il
protagonista, non proprio un eroe, ma comunque un bravo ragazzo
dotato di coscienza e coraggio, talvolta decide di farsi da parte per
lasciare spazio ad occasionali comprimari.
Siamo
nel XIX secolo, America del Nord, seguiamo Ken nelle sue variegate
avventure che lo vedono sempre in viaggio, ora nei panni di un
cacciatore di pelli, ora di uno Scout dell'esercito, ora di un
Indiano d'adozione... Ken, infatti, non è un personaggio rigido e
stereotipato, sempre uguale a se stesso, è anzi portato a cambiare e
a rinnovarsi, sbagliando, talvolta, tornando sulle sue decisioni, ma
facendo tesoro degli errori per evolversi e migliorare. In realtà,
il nostro è fondamentalmente un uomo libero che vive senza
pregiudizi e preconcetti, adattandosi alle varie situazioni (o
rimanendone vittima)...
Anche
le trame sono multiformi e toccano tanto l'avventura quanto la
denuncia sociale, alternando toni poetici e commoventi a momenti di
comicità, passando attraverso malinconia, serenità, poesia,
approdando persino alla metanarrazione...
Non
ci si accorge quasi di essere al cospetto di un fumetto seriale,
vario com'è in tutte le sue accezioni.
Le
sceneggiature sono ottime, sia in senso ampio, come storia e
montaggio, sia nel dettaglio dei dialoghi, brillanti, vivaci, capaci
di rendere bene la quotidianità... Eppure ci sono episodi fatti di
silenzi, come “Lily e il cacciatore”, che sono eccelsi ed
egualmente eloquenti, e si sposano in modo perfetto con i disegni...
Insomma,
una serie anticonvenzionale e bellissima, profondamente emozionante,
soprattutto per chi, come me, non è un'appassionata di Tex...
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