BRIDGET
JONES, UN AMORE DI RAGAZZO
di Helen Fielding
All'inizio
ero un po' shockata... Bridget ha cinquant'anni, due figli, e non c'è
traccia di Mark Darcy... E chi è 'sto amore di ragazzo? Forse è
solo perché non sono ancora abbastanza vecchia, ma i Toy Boy proprio
non li digerisco... Insomma, ero delusa in partenza, ma poi... Poi ho
capito che va bene così.
Il
romanzo non è fuori continuity, anzi, per ritmo, risate, e coerenza,
è il perfetto seguito de “Il diario di Bridget Jones” e “Che
pasticcio Bridget Jones!”, in cui la protagonista, semplicemente, è
cresciuta e ha dovuto affrontare prove davvero dolorose, che però
lei è riuscita a superare.
Il
piacere della lettura non è guastato in alcun modo da tali eventi
(che comunque risalgono ad anni prima), anzi, ci si sbellica come di
consueto, solo che talvolta si avverte un sostrato di dolore che
emerge con discrezione e ci fa apprezzare di più tutto il resto.
L'opera,
quindi, non solo non si impoverisce, ma addirittura acquisisce
spessore... del resto, si sa, l'unico modo per rimanere davvero se
stessi è cambiare, evolversi. Ed Helen Fielding l'ha fatto
senz'altro, dimostrandosi un'autrice coraggiosa, oltre che spassosa
al cubo, che ha osato “aggiornare” un personaggio che si era già
dimostrato vincente sovvertendo molte delle sue caratteristiche più
note e riuscendo così a conservarne intatta la freschezza! Perché
in fondo in fondo, Bridget è sempre la stessa!
In
realtà, a me piace molto più in età matura che da trentenne
rampante: la sua imbranataggine, la sua eterna confusione mentale, la
sua insicurezza cronica, mi sembrano più credibili e mi inducono
spesso alla tenerezza, laddove negli scorsi romanzi, a tratti mi
irritavano, sembrandomi troppo calcati. E poi ha ragione Roxter (il
Toy Boy, che in effetti è un vero tesoro) quando afferma che Bridget
è la ragazza più giovane che conosce, inclusa la sua nipotina di
tre anni...
La
trama è piuttosto prevedibile, e si capisce quasi subito dove
approderà alla fine la nostra Bridget, ma anche questo è più che
accettabile, e anzi, fa in un certo modo parte delle regole del
gioco. A parte questo, tornano (quasi) tutti i personaggi di
contorno, compreso Daniel, anche se ormai è splendidamente alla
frutta...
Comunque
il libro è imperdibile, non solo per chi già ha amato la nostra
eroina, ma anche per tutti gli altri! Per le risate sgangherate
(anche se avrei fatto volentieri a meno di tutti quei riferimenti ai
rumori corporali: in certa misura, con la grazia della Fielding,
ammetto che all'inizio mi sono parsi divertenti e hanno il pregio di
dare un'idea di complice intimità, ma alla lunga... anche no), per i
personaggi spumeggianti (Bridget, in particolare, ovvio), per la
scrittura irresistibile e frizzante, per la sbilenca e squisita
femminilità di Bridget...
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