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sabato 25 gennaio 2014

Sono tremendamente ingorda


TECNICHE DI LETTURA

 
Non è che proprio lo siano, delle tecniche... Diciamo piuttosto che io sono abituata così, che mi ci trovo da Dio (pur se gli umani sovente restano perplessi) e che probabilmente un po' è perché sono compulsiva, e un po' è perché sono tremendamente ingorda. Comunque...

In sostanza io ho l'abitudine di leggere più libri per volta, possibilmente nell'ordine almeno della decina (in questo momento sono a quota sedici)... Non necessariamente tutti romanzi.

Il top della bellezza è domenica pomeriggio in cui mi dedico mezz'ora ad uno, dieci minuti all'altro, quarantacinque al terzo e così via, finché la schiena non mi si spezza a furia di stare sdraiata...

Può sembrare un atteggiamento dispersivo, il mio, ma sinceramente mi sollazzo molto di più così, nutrendomi dei contrasti di epoca e genere, e dei raccordi casuali fra i vari volumi... Seguendo ispirazioni improvvise e stati d'animo altalenanti, sottoponendomi a piacevolissimi brain storming casuali...

Tanti mi chiedono, di conseguenza, come faccio a capirci qualcosa o a ricordare quello che leggo... La verità, paradossalmente, è che i libri mi rimangono assai più impressi in questo modo!

Se mi concentro solo su uno inevitabilmente lo finisco in un soffio e quindi impiego poco a dimenticarlo... Da un lato, magari, è un vantaggio anche questo, ma in linea di massima preferisco centellinare, spiluccare, passare dal dolce al salato, e quindi giù di stuzzichini per poi tornare ai biscotti...

E poi, be', a seconda di che libro finisco vengo assalita da attacchi di malinconia profonda, come se un caro amico mi salutasse per sempre... Avendo più letture in corso, invece, attenuo il senso di perdita e lo gestisco meglio.

Qualora però, per motivi vari (di norma, ahimè, la contingenza..) debba dedicarmi ad un solo volume per volta, fatico a procedere in ordine e tendo a balzare da un capitolo all'altro e poi a tornare indietro. Certo, con alcuni autori è meglio evitare (vedi Jonathan Carroll), ma altri (George Martin, ad esempio, che alterna “la soggettiva” contemporanea di più personaggi) paiono quasi chiederlo...

se invece non si tratta di romanzi, ma di dizionari, di saggi o di poesie... Be', allora il mio approccio è davvero irrinunciabile!

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