SKY
DOLL
di
Alessandro Barbucci e Barbara Canepa
La
prima cosa che incanta sono i disegni e i colori... Ricchi di rimandi
– allo stile Disney, al fumetto francese, ai manga – ricordano
tutto, ma non assomigliano a nessuno, riuscendo a dare luogo a
qualcosa di nuovo e bellissimo, delicato, innocente, ma espressivo e
sensuale.
Le
scelte cromatiche vengono impreziosite dalla digitalizzazione: le
tavole sono colme di luce, i toni si rarefanno e scompongono, le
sfumature si moltiplicano.
Eppure
la trama non è secondaria, al contrario in capo a poche pagine
prende il sopravvento delineando una storia
fantascientifico-avventurosa pregna di implicazioni religiose –
talvolta pruriginose – che non può che essere per adulti.
Le
sky doll, infatti, sono bambole del piacere, fanciulle meccaniche
simil-umane, ideate in un mondo lontano, imprecisato e futuristico,
per sfogare i propri istinti più bassi senza commettere peccato
(!!!).
Noa
è una di loro, ma è diversa da tutte e decide di ribellarsi al
sistema vacuo e maschilista che pretende di governarla. Dunque fugge
e noi la seguiamo nelle sue vicissitudini, scoprendo che ci sono
molti misteri legati a lei, che detiene strani poteri, e che
probabilmente è molto più di ciò che appare... Del resto, lei non
ricorda nulla del suo passato.
Tra
strumentalizzazione della Chiesa (cattolica), bigottismo, concezioni
farisaiche e intolleranza religiosa, l'opera, percorsa da suggestioni
erotiche, verte sulle lotte per il potere e i “miracoli”
necessari per conquistarlo/mantenerlo, con riferimenti (e critiche)
che coinvolgono “l'oppio dei popoli” anche nella forma delle
controculture, e il sistema mediatico.
Davvero
splendida e avvincente, purtroppo la saga – di fresco ristampata
dalla Bao – è ancora incompiuta...
Confidiamo
nel domani.
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