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mercoledì 3 luglio 2013

Tamarro q.b.



THE LAST STAND

(L'ultima sfida)
 



"Come ti senti?" chiedono gli abitanti della (ex) tranquilla e sonnolenta cittadina di Sommerton al loro sceriffo, dopo che, in seguito ad una sanguinosa sparatoria, è irrotto nel diner locale attraverso una vetrata.

"Vecchio" risponde lui, alzandosi in piedi con una scheggia di vetro piantata nella gamba.

E Schwarzy, il nostro eroe, vecchio lo è davvero. Torna ai fasti e alle rocambolesche avventure del passato dignitosamente incartapecorito, ma pronto a riconoscerlo con sorniona autoironia, e giocando proprio su questo, con battutine ed espressioni eloquenti, restando al contempo duro, letale e... quasi credibile!



I cliché del genere ci sono tutti: un cattivo cattivissimo, una sfida impossibile in cui i buoni sono in netto svantaggio, un po' di sentimento... Ma in più, appunto, il coraggio di ammettere che il tempo passa per tutti, anche per gli indistruttibili ipermuscolosi maschioni che spopolavano negli action-movie anni '80/'90...

Ed è proprio questo il maggior merito di questo film, tamarro q.b., adrenalico, e divertente, che indubbiamente non aspira all'Oscar, ma che è perfetto per una serata catartica e senza pensieri.


Il momento in cui l'inferno si scatena viene preparato con abilità e un po' di gags, e anche i comprimari sono piuttosto riusciti, e forse ancora di più gli abitanti della cittadina di Sommerton, come "l’innocua" vecchietta che ammazza lo scagnozzo che le entra in casa – reo di aver commesso una violazione di domicilio - o il gruppo di anziani che si rifiuta di evacuare la zona "di guerra" perché aspetta la colazione... E perché tanto loro sono abituati a non badare alla morte, visto il loro rapporto con il colesterolo...

Il regista non ci fa mancare niente, neppure, ogni tanto, un piccolo tocco di sano splatter (delizioso il militare che salta in aria, con le membra che si spargono tutt'attorno), il mitico corpo a corpo finale, la passione per le armi (Georgette e Vicky!) e un po' di sofferenza...


Insomma, una pellicola esagerata… ma con classe.

Senza rimpianti e senza troppa nostalgia.

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