PARANORMAN
Il
Mio Perfido Marito ha preferito “Hotel Transylvania”, ma io no!
Il lungometraggio animato su Dracula & friends è molto carino
(specie la famiglia dei licantropi e la carrellata di mostri
nell'atrio), tuttavia “Paranorman” è più... speciale,
spaventoso, divertente, tenero, profondo!
L'equilibrio
fra i generi è perfetto e Norman è il fratellino che tutti
vorrebbero avere una volta che il Ragno è diventato vecchio.
Dovrebbe essere il mio, insomma!
Ha
undici anni, è introverso, fan dell'horror (che spettacolo le sue
pantofole!) e parla con i morti. In lui c'è qualcosa di dolcissimo e
rassegnato, quasi stanco, che ti fa venire una voglia pazzesca di
abbracciarlo e riempirlo di baci.
Il
film fa morire dal ridere, eppure spaventa, in particolare verso la
fine, che però riesce anche ad essere commovente...
E
non è troppo lungo (come sostiene mon amour) per niente: si assapora
ogni istante, si gustano gag e citazioni, si prendono in giro i
bulli, le cheerleaders, e i giocatori di football, si tesse
l'apologia del diverso e si invita il mondo al dialogo, sempre.
Perché
per vincere la paura – che spesso è solo lo specchio del
pregiudizio – basta capire.
Le
scene d'azione e quelle umoristiche si susseguono incalzanti,
frammiste a riflessioni e a trovate simpatiche. Si comincia pensando
a Mario Bava e si finisce ricordando la Samara di “The Ring”.
La
verità sulla strega è davvero sconcertante.
Insomma,
davvero, come si può preferire il (pur apprezzabile) “Hotel
Transylvania”?
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