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giovedì 4 luglio 2013

Non sono romanzi per donnicciole svenevoli...


ISABEL ALLENDE
Descrive, più che mostrare, contravvenendo alla regola base della maggior parte dei manuali di scrittura creativa, ma in modo così passionale e coinvolgente, che ti avvince comunque e quasi non ci badi, perché alla fine tu, come lettore, vedi lo stesso quel che avviene, lo assapori, lo vivi.
L'Allende ha uno stile caldo e morbido, sensuale, ricco di colori e sfumature, vibrante di vita, capace di creare atmosfere intime che spesso hanno il gusto di una confidenza. Ma i suoi non sono romanzi per donnicciole svenevoli, cosparsi come sono di elementi crudi, di forte impatto, anche sociale, sovente autobiografici e dolorosi (non alludo solo a “La casa degli spiriti” e al golpe di Pinochet con quanto ne è seguito – che ha avuto strascichi anche in altre sue opere – ma altresì, per esempio, a “Paula” sulla morte della figlia), per quanto trattati con coraggio e notevoli risorse interiori.
L'Allende non ha remore a parlare di violenza, di sopraffazione, di torture... ma nemmeno a parlare d'amore, sentimentale o fisico. E' totalmente onesta, in questo, libera, sincera. Avventurosa.
Ha il gusto per il racconto e per gli intrecci, per la ricerca delle proprie radici, con archi narrativi ampi, che arrivano a comprendere vite intere, se non addirittura generazioni che si avvicendano.
Spesso nelle sue storie si affaccia qualche elemento soprannaturale. Non terrorizzante, piuttosto misterioso e suggestivo, non troppo invadente, che nel contesto risulta credibile, consolatorio, accettabile.
Le sue protagoniste (perché di solito sono donne) talvolta celate dietro ad un'apparente fragilità, piano piano si evolvono, rivelandosi energiche e determinate, pronte a combattere per i loro affetti e a superare qualunque avversità.
I personaggi sono profondamente umani, nei loro limiti e nelle loro peculiarità, ma ben caratterizzati, e spesso in grado di suscitare sentimenti profondi.
Tra i successi dell'Allende che ho amato particolarmente: “La casa degli spiriti”, “La figlia della fortuna”, “Ritratto in seppia” e “Inés dell'anima mia”.
Altre opere, invece, come “D'amore e d'ombra” ed “Eva Luna”, mi hanno entusiasmata meno, non essendo che il “riciclo” di situazioni precedenti, per quanto nel complesso libri gradevoli.

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