ISABEL
ALLENDE
Descrive,
più che mostrare, contravvenendo alla regola base della maggior
parte dei manuali di scrittura creativa, ma in modo così passionale
e coinvolgente, che ti avvince comunque e quasi non ci badi, perché
alla fine tu, come lettore, vedi lo stesso quel che avviene, lo
assapori, lo vivi.
L'Allende
ha uno stile caldo e morbido, sensuale, ricco di colori e sfumature,
vibrante di vita, capace di creare atmosfere intime che spesso hanno
il gusto di una confidenza. Ma i suoi non sono romanzi per
donnicciole svenevoli, cosparsi come sono di elementi crudi, di forte
impatto, anche sociale, sovente autobiografici e dolorosi (non alludo
solo a “La casa degli spiriti” e al golpe di Pinochet con quanto
ne è seguito – che ha avuto strascichi anche in altre sue opere –
ma altresì, per esempio, a “Paula” sulla morte della figlia),
per quanto trattati con coraggio e notevoli risorse interiori.
L'Allende
non ha remore a parlare di violenza, di sopraffazione, di torture...
ma nemmeno a parlare d'amore, sentimentale o fisico. E' totalmente
onesta, in questo, libera, sincera. Avventurosa.
Ha
il gusto per il racconto e per gli intrecci, per la ricerca delle
proprie radici, con archi narrativi ampi, che arrivano a comprendere
vite intere, se non addirittura generazioni che si avvicendano.
Spesso
nelle sue storie si affaccia qualche elemento soprannaturale. Non
terrorizzante, piuttosto misterioso e suggestivo, non troppo
invadente, che nel contesto risulta credibile, consolatorio,
accettabile.
Le
sue protagoniste (perché di solito sono donne) talvolta celate
dietro ad un'apparente fragilità, piano piano si evolvono,
rivelandosi energiche e determinate, pronte a combattere per i loro
affetti e a superare qualunque avversità.
I
personaggi sono profondamente umani, nei loro limiti e nelle loro
peculiarità, ma ben caratterizzati, e spesso in grado di suscitare
sentimenti profondi.
Tra
i successi dell'Allende che ho amato particolarmente: “La casa
degli spiriti”, “La figlia della fortuna”, “Ritratto in
seppia” e “Inés dell'anima mia”.
Altre
opere, invece, come “D'amore e d'ombra” ed “Eva Luna”, mi
hanno entusiasmata meno, non essendo che il “riciclo” di
situazioni precedenti, per quanto nel complesso libri gradevoli.
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