DRIVE-IN
LA TRILOGIA
di Joe
R. Lansdale
Avendo
già letto qualche romanzo di Lansdale, mi aspettavo un thriller,
magari con qualche allusione soprannaturale. Invece, qui di
soprannaturale c'è tutto, ma totalmente fuori controllo, senza
logica e senza freni inibitori... Un cocktail di droghe pesanti e
alcol trasposto su carta con una manciata di peyote!!!
Verificare
per credere.
Si
inizia con una serata tra amici al drive-in che ben presto, al
passaggio di una cometa che sorride (sic!), si trasforma in una
carrellata di orrori e meraviglie: arriva il re del Pop-corn, ci si
dà al nudismo e al cannibalismo (indulgendo il più possibile sulla
miseria della natura umana), si omaggiano i b-movie horror, si perde
la testa, si partoriscono mostri, ci si trasforma... Il tutto con
drammatica e brillante ironia.
Il
pregio maggiore, infatti, è lo stile dell'autore, che si esprime per
iperboli (adatte, peraltro, al contesto), mescola horror e comicità,
si cimenta in paragoni improbabili, ma divertenti ed efficaci, e non
fa che strizzarci l'occhio, anche dinnanzi alla situazione più
disperata... E ce ne sono parecchie!
L'opera
si compone di tre romanzi sulle duecento pagine (circa) ciascuno,
molto sopra le righe e tutti collegati fra loro, benché
differenziati da un lieve cambio di prospettiva (sebbene il
protagonista-narratore, Jack, sia sempre lo stesso) e di
ambientazione e/o obiettivi.
Il
primo è quello che ho preferito, in cui le cose procedono per gradi
e i risvolti sono più dolorosi e inaspettati. Il secondo mi è
piaciuto meno, forse perché si intuisce dove voglia andare a parare
e tutte queste follie a tratti stanchino un po', benché la fine sia
davvero geniale. Il terzo recupera terreno e alla fine fornisce anche
qualche spiegazione... Forse non originalissima, però soddisfacente.
Nell'insieme,
piuttosto carino, un po' sul genere di “Branchie” di Ammaniti, ma
molto, molto, molto più pazzesco.
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